Capita spesso di avvicinarsi al vaso della Dipladenia e trovare foglie sul sottovaso, gialle o già secche, e pensare che la Dipladenia stia seccando, ma non sempre è così.
Questa pianta, generosa in estate, è altrettanto sensibile ai cambi di ambiente: luce che cala, notti più fresche, spostamenti dal balcone alla casa. Il punto è distinguere quando la caduta delle foglie è fisiologica e quando invece è un SOS a cui rispondere subito.
Appoggia il vaso su un piano e osserva con calma. Se si staccano le foglie più basse, una qui e una lì, e il resto della chioma resta teso e lucido, è spesso un ricambio naturale: la pianta alleggerisce la base mentre la luce diminuisce.
Se invece dalla dipladenia cadono interi ciuffi da un solo lato o lungo un ramo completo, e al tatto i piccioli si staccano senza resistenza, siamo già in zona allarme: c’è quasi sempre un fattore ambientale (freddo, acqua errata, buio improvviso) che ha colpito selettivamente un’area.
COSA SCOPRIRAI
Tocco il terriccio
Infila un dito per 4–5 cm. Se il terriccio è freddo e bagnato da giorni, la pianta sta soffocando: nelle radici manca ossigeno, i capillari collassano e la chioma sgancia foglie per ridurre la traspirazione. In questo caso sospendi l’acqua, solleva il vaso su piedini per far circolare aria sotto, apri e sgrana delicatamente la crosta superficiale. Se puoi, sfilalo: radici chiare ed elastiche sono sane, radici marroni e molli indicano marciume e richiedono taglio delle parti compromesse e substrato nuovo, drenante.
Se invece trovi pane secco e leggerissimo, l’opposto è vero: la pianta ha perso turgore per sete; dai un sorso lento la mattina e lascia sgocciolare completamente. Nell’arco di 48 ore, se era solo disidratazione, la caduta si ferma.
Termometro e correnti
La Dipladenia comincia a soffrire sotto i 12–14 °C e va in crisi sotto i 10 °C. Una sola notte sul davanzale freddo o una corrente d’aria vicino alla porta del balcone bastano per veder cadere foglie sane il giorno dopo. Se riconosci l’episodio, sposta la pianta in un punto riparato, luminoso e stabile, tra 10 e 15 °C se stai puntando a un riposo fresco, oppure sopra i 16 °C se vuoi mantenerla attiva ancora qualche settimana. Evita l’altalena “fuori di giorno, dentro la sera”: ogni spostamento brusco costa foglie.
Sono sempre felice di aiutarti ad avere finalmente il "Pollice Verde". Se vuoi ricevere i miei consigli posso inviarteli ogni giorno direttamente su WHATSAPP! Contattami qui e salva il mio numero in rubrica! Ti aspetto!
Quando il concime fa più danno che bene
Tardo autunno non è il momento dei booster. Concimi ricchi di azoto su luce bassa e temperature altalenanti producono tessuti teneri che la pianta non riesce a sostenere: cadono per primi. Se hai concimato da poco e noti foglie molli e verde slavato, interrompi subito. Un unico lavaggio del vaso (acqua tiepida che scorre dall’alto per 2–3 minuti, poi sgocciola completamente) aiuta a diluire i sali accumulati. Riparlerai di nutrimento solo a fine inverno, alla ripresa.
Parassiti “di stagione”
Passa un foglio bianco sotto i rami e scuoti: se vedi puntini che si muovono o polverina, controlla bene. Ragnetto rosso in aria secca, mosche bianche tra le pagine delle foglie e cocciniglia nelle biforcazioni possono stimolare caduta di foglia per stress. Elimina manualmente ciò che vedi con un batuffolo imbevuto d’alcol sulle colonie, risciacqua la chioma con doccia tiepida e aumenta umidità ambientale senza bagnare il pane se è freddo. Se la caduta era parassitaria, in pochi giorni si stabilizza.
Se nell’arco di due giorni cadono molte foglie, agisci così: porta la pianta nel punto più luminoso e riparato che hai; verifica il pane e correggi subito acqua in eccesso o sete; rimuovi solo foglie già staccate o marce, lasciando tutto il resto; niente concime, niente potature strutturali; micro-arieggiamento a mezzogiorno per evitare condensa se è in un locale fresco. Se era un problema ambientale, il ritmo della caduta cala nettamente entro 72 ore.
Quando è davvero “normale” perdere foglie
Una perdita lenta e basale, a macchie, subito dopo lo spostamento o con l’arrivo di notti più fresche è parte del passaggio alla fase di riposo. In questo scenario le foglie nuove alle estremità restano sode, i rami sono elastici e il colore è pieno: puoi accompagnare la pianta verso un letargo controllato (10–15 °C, molta luce, acqua rara solo a pane quasi asciutto). In primavera, con giornate lunghe e tiepide, ripartirà da gemme già pronte.
Quando, invece, è un segnale d’allarme
Caduta rapida e generalizzata, foglie molli con picciolo scuro, odore di bagnato dal vaso, rami che diventano marroni in punta: qui il problema è urgente e spesso radicolare o termico. La priorità è asciugare e stabilizzare: terriccio arieggiato in superficie, ambiente luminoso e fresco, zero acqua finché il vaso non torna leggero. Solo dopo si valuta un travaso in substrato drenante se le radici sono compromesse.
