Come potare i gerani con il Metodo del 20 per prepararli ad affrontare l’inverno

Quando arriva la fine dell’autunno, i gerani entrano in una fase in cui non cercano più di fiorire, ma di conservare energia. È il momento in cui ogni giardiniere dovrebbe intervenire per prepararli alla stagione fredda, soprattutto se vivono in balcone o in giardino.

Ed è proprio qui che entra in gioco il Metodo del 20, conosciuto anche come Max Twenty: una potatura mirata che permette alla pianta di affrontare l’inverno senza sprecare energie in rami troppo lunghi o sfibrati.

Il principio è semplice: i gerani, lasciati crescere liberamente fino alla fine dell’estate, producono steli lunghi, spesso indeboliti, che in inverno diventano un punto di vulnerabilità.

Il freddo, l’umidità e la luce ridotta possono far marcire le parti più tenere, portare alla perdita delle foglie e in alcuni casi compromettere del tutto la pianta.

Accorciando gli steli e riportandoli “entro i 20 cm”, si obbliga la pianta a riequilibrare la distribuzione delle risorse, concentrandosi sulla zona basale e sulle radici. È da lì che partirà la ripresa in primavera, più vigorosa e compatta rispetto a una pianta lasciata crescere a caso. Questo metodo permette anche di eliminare parti danneggiate, migliorare l’arieggiamento della chioma e ridurre il rischio di funghi durante i mesi più umidi.

Da dove iniziare

Prima di toccare le forbici, bisogna dedicare qualche minuto a guardare la pianta da ogni lato. I gerani raccontano molto attraverso la forma: gli steli troppo lunghi, quelli che si piegano verso il basso o che hanno perso foglie nella parte bassa sono i primi indizi che il Metodo del 20 potrebbe funzionare.

Si inizia sempre eliminando i rami secchi o chiaramente malati, quelli che si spezzano con facilità o quelli ingialliti alla base. Questa fase è fondamentale perché impedisce al marciume di diffondersi durante l’inverno.

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Il taglio vero e proprio

Una volta pulita la pianta dalle parti non recuperabili, viene il momento dei tagli decisivi. Il Metodo del 20 prevede che ogni ramo principale venga accorciato fino a una lunghezza di circa 20 centimetri. Non si tratta di una misura rigida al millimetro, ma di un riferimento che garantisce alla pianta una struttura solida, corta e pronta a resistere al freddo.

Il taglio va fatto poco sopra un nodo, cioè quel rigonfiamento del fusto da cui nasce una foglia. È lì che, alla ripresa vegetativa, comparirà il nuovo germoglio. Seguendo questa logica, l’intera pianta assumerà una forma più compatta, equilibrata e facile da gestire.

Cosa succede dopo la potatura

Il geranio appena potato entra in una fase di “quieta ricostruzione”. Non richiede concimi, non richiede un aumento dell’irrigazione: ha bisogno solo di stabilità. È proprio l’errore più comune dei principianti quello di pensare che “se taglio, devo nutrire”. In realtà, la pianta deve solo adattarsi al nuovo equilibrio.

In balcone, dopo la potatura, i gerani andrebbero spostati in una posizione riparata dalla pioggia battente e soprattutto dai venti freddi. Un portico, una veranda luminosa o persino una parete esposta a sud possono fare la differenza, perché impediscono all’umidità di fermarsi sui tagli freschi.

Chi vive in zone molto fredde può valutare di raccogliere i vasi e sistemarli in un locale luminoso e non riscaldato, come una scala interna, un davanzale chiuso o una serra fredda: l’obiettivo è evitare che il terriccio geli per settimane consecutive.

A fine inverno, osservando la pianta, noterai i primi segnali: dai nodi rimasti dopo il taglio appariranno piccole gemme verdi e rotonde. È da lì che partiranno gli steli nuovi, più robusti e compatti.

Una pianta preparata bene in autunno è una pianta che in primavera fiorisce prima, di più e con meno fatica.


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Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".