Come ho fatto riprendere il Geranio dal troppo caldo patito ad agosto

Di quanto caldo ha bisogno il Geranio? Beh, chiesto così, ti risponderei sicuramente tanto. Tuttavia, trovo importante fare alcune precisazioni.

Con la coltivazione dei gerani ho, ormai, una certa praticità: questo non vuol certo dire che non commetto errori, anzi è proprio dagli errori che ho imparato a conoscere meglio questa pianta.

Ogni anno, dopo i giorni di afa intensa tipici di luglio e agosto, mi ritrovo sempre con un geranio abbastanza sofferente.

Come me ne accorgo

Innanzitutto, c’è un modo attraverso cui mi rendo conto che il mio geranio ha sofferto un po’ il troppo caldo o, meglio, ci sono dei sintomi.

Dopo un periodo di temperature molto alte (solitamente superiori ai 30-35 °C per molti giorni) il geranio si presenta un po’ afflosciato.

In pratica, le sue foglie e i suoi fiori appaiono un po’ cadenti verso il basso. Questo sintomo non è da confondersi con quello molto simile delle foglie flosce causato dalle innaffiature eccessive. In questi casi, il portamento delle foglie si affianca purtroppo al marciume delle radici.

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Un altro sintomo tipico del troppo caldo bull essere la comparsa di macchie gialle o color ruggine sulle foglie delle piante simili a vere e proprie bruciature.

Un ultimo sintomo riguarda non la pianta ma… il suo terreno! Dopo alcune settimane di caldo eccessivo, mi accorgo che il terriccio alla base dei gerani può risultare arido e un po’ duro.

Cosa faccio

Di solito, quando mi accorgo della presenza di questi sintomi, mi adopero subito per permettere al geranio di riprendersi il prima possibile.

Innanzitutto, innaffio un po’ di più la pianta provando a correre ai ripari e rimediare alla possibile siccità che questa pianta può aver subito se non correttamente innaffiata nel corso delle settimane calde. Se mi è possibile, innaffio dal basso ossia per immersione.

Poi, se le giornate sono ancora molto calde e soleggiate, nelle ore più calde della giornata proteggo la chioma della pianta con dei teli traspiranti e protettivi. A volte, sposto la pianta in posti leggermente più ombreggiati.

Inoltre, approfitto delle temperature ancora alte e, quindi, della ancora presente attività vegetativa della pianta per concimare la stessa con fertilizzanti a base di fosforo, azoto e potassio.

Infine, se ci sono parti della chioma irrimediabilmente danneggiate dal troppo sole e dal troppo caldo o addirittura completamente secche, le poto con delle cesoie pulite.

Quali sono i risultati

Nel prendere questi provvedimenti, mi rendo spesso conto che lo stato della pianta non cambia certo da un giorno all’altro: è sempre necessario essere costanti e proseguire nel prendersi cura dei gerani in modo ottimale.

Solo dopo alcune settimane inizio a vedere i primi cambiamenti. Se la pianta aveva segni di bruciature sulla chioma, questi iniziano a scomparire; il terriccio diventa più morbido e umido grazie alle innaffiature più frequenti; le foglie e i fiori perdono finalmente il loro aspetto floscio e tornano alla normalità.

Insomma, giusto in tempo per preparare il geranio all’inizio dell’autunno e al suo lungo periodo di riposo vegetativo che durerà fino alla primavera successiva.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".