La Carissa è una di quelle piante che riescono a sorprendere chiunque la incontri per la prima volta. Apparentemente semplice, in realtà offre moltissime qualità che la rendono perfetta per diversi utilizzi in giardino in una modalità multitasking.
Bella da vedere, resistente e capace di adattarsi a vari contesti, questa pianta sempreverde può essere utilizzata come siepe, arbusto ornamentale, elemento da vaso.
Il suo fascino non è soltanto legato all’aspetto: il profumo dei suoi fiori e la possibilità di raccogliere i frutti commestibili in alcune varietà la rendono una presenza preziosa.
Inoltre, grazie alla sua tolleranza alla siccità e al caldo, rappresenta una scelta intelligente anche nei climi più difficili.
Originaria delle regioni tropicali dell’Africa e dell’Asia, la Carissa è oggi apprezzata anche nei giardini mediterranei, dove si inserisce con naturalezza tra altre essenze tipiche del paesaggio soleggiato.
Vediamo insieme come coltivare la Carissa.
COSA SCOPRIRAI
Caratteristiche
La carissa è un arbusto compatto e sempreverde che cresce con un portamento ordinato e denso, raggiungendo in genere altezze comprese tra uno e tre metri.
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La sua struttura fitta è rafforzata da robuste spine ramificate, che la rendono perfetta anche come siepe impenetrabile. Le foglie sono piccole, ovali e molto lucide, di un verde intenso, spesso paragonate a quelle del mirto o dell’oleandro per la loro eleganza. Una delle sue peculiarità è la produzione di una linfa lattiginosa, caratteristica delle Apocynaceae, che la protegge naturalmente da molti insetti.
Varietà
Tra le varietà più diffuse si trova senza dubbio la carissa macrocarpa, conosciuta anche come Natal plum, apprezzata per i suoi fiori profumati e per i frutti dolci e succosi, simili a piccole prugne rosse. In commercio si trovano anche selezioni nane o più compatte, ideali per chi ha spazi ridotti o vuole coltivare in vaso.
La carissa bispinosa, leggermente più spinosa e meno vigorosa, è un’altra specie decorativa, interessante per la forma intricata dei rami e la fioritura persistente.
Alcune varietà sono state selezionate specificamente per una fioritura più abbondante, altre per produrre frutti più grandi o più aromatici.
Fioritura
Una delle caratteristiche più apprezzate della carissa è senza dubbio la fioritura, che può iniziare in tarda primavera e proseguire fino all’autunno inoltrato. I fiori sono piccoli ma eleganti, a forma di stella, di colore bianco candido, molto profumati e riuniti in piccoli gruppi all’estremità dei rami.
Il loro profumo ricorda vagamente quello del gelsomino, ed è in grado di arricchire l’atmosfera del giardino o del terrazzo con una nota delicata e persistente.
Esposizione
Per ottenere il massimo da questa pianta è fondamentale collocarla in un punto ben soleggiato del giardino o del terrazzo. La carissa ama la luce intensa e sopporta bene il caldo, il vento e la salsedine, motivo per cui è spesso impiegata anche nei giardini delle zone costiere.
In climi miti può essere lasciata all’aperto tutto l’anno, mentre nelle aree con inverni rigidi è preferibile coltivarla in vaso o predisporre una protezione contro le gelate. Non teme brevi cali di temperatura, ma un’esposizione prolungata sotto lo zero può danneggiare le parti più giovani.
Coltivazione e cura
Aver cura della carissa non richiede grandi sforzi, soprattutto se si rispettano alcune condizioni di base. Dopo la messa a dimora, è importante mantenere il terreno leggermente umido nei primi mesi per favorire l’attecchimento. Successivamente, la pianta diventa più autonoma e tollera periodi di siccità anche prolungati.
La carissa non ha bisogno di cure continue, ma beneficia molto di interventi mirati. Si adatta facilmente a diversi tipi di giardino e può essere utilizzata anche per creare forme geometriche o siepi regolari.
Terreno
La carissa cresce bene in un terreno leggero, ben drenato e ricco di sostanza organica, ma riesce ad adattarsi anche a substrati meno fertili, a condizione che non trattengano troppa umidità.
È fondamentale evitare ristagni idrici, che possono compromettere la salute dell’apparato radicale. In piena terra si può migliorare il suolo con sabbia grossolana o perlite, mentre in vaso è preferibile usare un terriccio universale di qualità, mescolato con materiali drenanti. Un suolo leggermente acido o neutro è l’ideale, anche se la pianta mostra una certa tolleranza verso terreni calcarei.
Innaffiature
La carissa non ama l’eccesso d’acqua e preferisce un regime di irrigazione moderato, ma costante, soprattutto durante i mesi più caldi. Nelle settimane successive all’impianto, è consigliabile mantenere il terreno appena umido, mentre successivamente si può ridurre la frequenza degli interventi, lasciando asciugare bene il terreno tra un’annaffiatura e l’altra.
In vaso, la pianta necessita di maggiore attenzione, poiché il substrato tende a seccare più velocemente. Durante l’inverno, le innaffiature devono essere ridotte al minimo, anche in presenza di clima mite.
Potatura
La potatura della carissa ha una doppia funzione: mantenere una forma ordinata e stimolare la produzione di nuovi fiori e frutti.
Puoi intervenire a fine inverno o inizio primavera, prima della ripresa vegetativa, per rimuovere i rami secchi, danneggiati o mal posizionati.
Grazie alla sua struttura ramificata, la pianta si presta anche a potature di contenimento nel corso dell’estate specialmente se coltivata come siepe o come elemento ornamentale da modellare.
Concimazione
Anche se la carissa è una pianta piuttosto frugale, una concimazione regolare può fare la differenza nella qualità della crescita e nella durata della fioritura.
A partire dalla primavera, somministrale un fertilizzante equilibrato, ricco di macroelementi come azoto, fosforo e potassio, con una leggera prevalenza di fosforo e potassio per stimolare lo sviluppo di fiori e frutti.
I concimi liquidi possono essere diluiti nell’acqua e utilizzati ogni due o tre settimane, mentre quelli granulari a lenta cessione si distribuiscono intorno alla base della pianta all’inizio della stagione.
Moltiplicazione
La carissa può essere moltiplicata principalmente tramite talea, una tecnica semplice ma efficace, che consente di ottenere nuovi esemplari identici alla pianta madre.
Le talee vanno prelevate in estate, scegliendo rami semi-legnosi privi di fiori. Dopo aver rimosso le foglie inferiori, si possono trattare con ormoni radicanti per stimolare l’emissione delle radici e poi inserire in un substrato soffice e drenante, mantenuto umido e protetto dalla luce diretta.
In poche settimane, con le giuste condizioni di calore e umidità, si potranno notare i primi segni di radicazione.
Parassiti e malattie
La carissa è una pianta robusta e ben difesa, ma come tutte le specie ornamentali può essere soggetta a problemi se coltivata in condizioni sfavorevoli.
Gli attacchi più comuni sono quelli da parte di cocciniglie, afidi e ragnetto rosso, soprattutto in ambienti troppo secchi o poco ventilati. I segnali di infestazione si notano sulle foglie, che possono ingiallire, arricciarsi o mostrare piccole macchie.
In questi casi puoi intervenire rapidamente con prodotti specifici, preferibilmente naturali, oppure con sapone molle e risciacqui frequenti.
Anche le malattie fungine, come i marciumi radicali, possono colpire la pianta, soprattutto se il terreno non drena correttamente o se si eccede con le irrigazioni.