Quando arriva l’autunno, dopo settimane di caldo estivo e cieli carichi di polvere, le prime piogge portano con sé un dono prezioso: l’acqua piovana.
È morbida, priva di calcare, ideale per piante che soffrono con l’acqua dura di rubinetto, come orchidee, acidofile e molte piante d’appartamento. Ma attenzione: le prime gocce di settembre non vanno usate subito.
Nelle prime piogge, infatti, l’acqua trascina con sé polveri sottili, smog, residui depositati sui tetti e nelle grondaie. È un’acqua di “lavaggio”, che non è adatta alle radici delle piante.
COSA SCOPRIRAI
Come raccogliere l’acqua giusta
La regola d’oro è semplice: lasciar scorrere via i primi minuti di pioggia, almeno 10-15, così che tutto lo sporco accumulato venga dilavato. Solo dopo si può posizionare un contenitore pulito sotto la grondaia o lasciare aperta la cisterna collegata al pluviale. Per raccogliere l’acqua piovana è utile usare recipienti chiusi o dotati di coperchio, per evitare che foglie, insetti o polvere vi cadano dentro. Anche il materiale del contenitore conta: meglio plastica per alimenti o taniche in metallo zincato, che non rilasciano sostanze nocive.
Quando e come usarla per le piante
Una volta raccolta, l’acqua piovana va usata in tempi brevi, perché non è trattata e tende a sviluppare alghe o cattivi odori se rimane ferma troppo a lungo. In giardino si può usare per innaffiare quasi tutte le piante, ma dà il meglio di sé con quelle più sensibili ai sali minerali: ortensie, azalee, camelie e gardenie, che con l’acqua di rubinetto spesso ingialliscono per clorosi. Anche le piante d’appartamento beneficiano di un’annaffiatura con acqua piovana: le radici la assorbono più facilmente, senza i depositi di calcare che con il tempo induriscono il terriccio.
È importante usarla a temperatura ambiente: se viene raccolta in una botte all’esterno e la notte scende troppo la temperatura, conviene lasciarla riposare qualche ora in casa prima di versarla sui vasi, per evitare sbalzi termici alle radici.
Quando invece evitarla
Non tutta l’acqua piovana è sempre sicura. Se abiti in una zona con traffico intenso o vicino a industrie, le prime piogge possono contenere residui di sostanze nocive. In questi casi, meglio non usarla per le piante più delicate o da consumare (come aromatiche e insalate) e destinarla invece a irrigare cespugli ornamentali più resistenti. Inoltre, se l’acqua ristagna per settimane in un contenitore scoperto e diventa torbida o con cattivo odore, è meglio non usarla: significa che sono partiti processi di fermentazione che potrebbero danneggiare le radici.
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L’acqua piovana è un dono che la natura ci offre gratuitamente, ma va raccolta e gestita con intelligenza. Aspettare che le prime gocce lavino l’aria e i tetti, scegliere contenitori puliti, usarla fresca e solo sulle piante adatte: questi sono i gesti che trasformano la pioggia in una vera risorsa per il giardino e il balcone.