Come capire se i sali che si accumulano nel terriccio fanno seccare il Pothos senza saperlo

Il pothos è una delle piante d’appartamento più apprezzate per la sua robustezza e la capacità di crescere rigogliosa anche in condizioni poco favorevoli.

Dietro questa apparente semplicità si nasconde però un nemico poco conosciuto: l’accumulo di sali minerali e cloro nel substrato.

Questo fenomeno, spesso sottovalutato, deriva principalmente dall’acqua di rubinetto e dall’uso dei concimi, e può compromettere la salute della pianta senza manifestarsi immediatamente.

Questi sali agiscono come una tossina silenziosa, interferendo con l’assorbimento di acqua e nutrienti da parte delle radici. Capiamo insieme come agiscono.

I segni dell’intossicazione da sali minerali

Individuare i sintomi di un eccesso di sali nel substrato non è sempre semplice. Le foglie del pothos possono mostrare punte o margini bruniti, ingiallimento diffuso o macchie necrotiche, spesso sulle foglie più vecchie.

A volte le foglie diventano rigide o pallide, indice che le radici non riescono a prendere acqua e nutrienti sufficienti. Anche la crescita rallenta: i nuovi getti appaiono piccoli e fragili, mentre le radici possono assumere un aspetto scuro e secco nonostante il terreno sia umido.

Questi segnali vengono spesso confusi con carenze nutrizionali, portando a concimazioni eccessive che aggravano il problema.

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L’origine dei sali minerali nel terriccio

L’accumulo di sali nel pothos è strettamente legato all’acqua di rubinetto, che contiene cloro, calcio, magnesio e altri minerali. Anche piccole quantità, sommate nel tempo, possono diventare tossiche.

L’uso regolare di concimi chimici accelera il processo, poiché i residui fertilizzanti si aggiungono ai minerali già presenti nel substrato.

Il risultato è un terreno carico che impedisce alle radici di assorbire correttamente acqua e nutrienti, generando stress e danni visibili sulla parte aerea della pianta.

Come lavare il terriccio e liberare la pianta

L’intossicazione da sali può essere contrastata con un lavaggio accurato del substrato. La tecnica consiste nel far scorrere abbondante acqua sul terreno, lasciando che defluisca dai fori di drenaggio.

Posiziona il vaso in un contenitore più grande o in lavandino, ripetendo l’operazione fino a quando l’acqua in uscita appare chiara, segno che i sali sono stati dilavati.

In caso di terriccio vecchio o molto compatto, può essere utile sostituire parte del substrato con terra nuova e drenante, così da offrire alle radici un ambiente più sano e sicuro.

Come prevenire l’accumulo di sali

Per evitare che il problema si ripresenti, è utile adottare alcune pratiche preventive. Usa acqua filtrata o piovana così da ridurre la quantità di minerali introdotti nel terreno.

Limita la concimazione chimica e preferisci fertilizzanti a lenta cessione per mantenere il substrato equilibrato.

Controllare regolarmente la superficie del terriccio e i fori di drenaggio permette di individuare eventuali depositi bianchi, chiaro segnale di sali accumulati, e intervenire con lavaggi prima che la pianta manifesti danni più gravi.


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.