Tutti i segni che indicano che la Corteccia dell’Orchidea va sostituita

Avrai senz’altro notato che il vaso dell’orchidea non contiene comune terriccio ma una serie di elementi piuttosto grossolani.

Tra questi vi sono pezzi di corteccia che caratterizzano un substrato ideale per le radici dell’orchidea.

Ma anche questo tipo di substrato come il comune terriccio prima o poi va sostituito ed a tal proposito ti spiego tutti i segni che indicano che la corteccia è ormai degradata e quando va sostituita.

Perché utilizzare la corteccia?

Per sapere il perché l’orchidea ha bisogno di corteccia e quindi di materiale grossolano bisogna far riferimento alla natura della pianta.

L’orchidea ha bisogno che le sue radici possano godere di uno spazio arieggiato e la corteccia da materiale grossolano soddisfa pienamente questo genere di richiesta.

L’orchidea apprezza l’umidità, crescendo in natura in luoghi umidi, ma troppa potrebbe nuocere alle radici. A tal proposito, la corteccia è in grado di dissipare l’umidità e assorbirla prevenendo il marciume delle radici.

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L’orchidea ha inoltre bisogno di nutrienti e la corteccia che col tempo si decompone ne offre in abbondanza, prima di esaurirsi totalmente.

Molti tipi di cortecce inoltre contengono componenti antisettiche e antibatteriche, ideali per tenere al sicuro le radici da malattie o infezioni fungine che potrebbero mettere a dura prova la nostra bella orchidea danneggiando le radici.

Dopo quanto sostituire la corteccia?

A questa domanda bisogna rispondere facendo riferimento a due fattori del materiale utilizzato: la qualità della corteccia e quindi di che tipo di corteccia di tratta e la frequenza delle innaffiature.

La durata media della corteccia per orchidee va dai due ai quattro anni generalmente. Poi la corteccia comincia a degradare.

Solitamente viene preferita la corteccia di pino, un materiale facile da trovar ed economico, ricco di sostanze nutritive che fornisce all’orchidea decomponendosi in un tempo non eccessivamente prolungato.

Contiene pochissima resina e ha capacità ritentive e antisettiche, tali da evitare addirittura la crescita di erbacce o funghi se utilizzato in giardino.

Tutt’altra cosa riguarda invece l’abete rosso ad esempio, un tipo di corteccia seppur utile ma che si degrada molto in fretta richiedendo una sostituzione più frequente.

Che succede quando la corteccia si degrada?

Solitamente la corteccia ha una pezzatura media, cioè caratterizzata da pezzi non troppo piccoli ne eccessivamente grossi. Ma quando comincia ad esaurirsi, i pezzi di corteccia cominciano a rompersi, a degradare a tal punto da sbriciolarsi.

I pezzetti possono ostruire spazi di aria all’interno del vaso trattenendo più acqua del previsto e riducendo il drenaggio, quindi si può andare verso il deterioramento e una decomposizione del prodotto.

Quando degradata, la corteccia ha meno potere ritentivo, diviene quasi impermeabile al passaggio dell’acqua.

Fondamentale è l’assenza di nutrienti ormai esauriti di un materiale che non sta facendo altro che decomporsi, lasciando l’orchidea senza nutrienti.

Come capisco che va cambiata?

Innanzitutto puoi capire se la corteccia è degradata e va sostituita facendo una semplice prova: sottoponi a pressione i pezzetti di corteccia tra le mani e se si spaccano con facilità allora va sostituita, non dovrebbe sbriciolarsi con facilità.

Osserva durante le innaffiature se si impregna di acqua oppure resta quasi impermeabile: in quest’ultimo caso è ormai esaurita.

L’orchidea resta con ristagni? Questo è il segno che i pezzi di corteccia ormai degradati si sono rimpiccioliti riducendo l’areazione del mix.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.