Scegli queste piante da interno più resistenti al calore dei termosifoni

Quando arriva l’inverno e in casa si accendono i termosifoni, molte piante da interno cominciano a soffrire l’aria secca e il caldo continuo. Io, nel tempo, ho imparato a scegliere solo le specie davvero resistenti al riscaldamento, quelle che non si spaventano davanti a un termosifone acceso per mesi.

Molte di queste piante provengono da ambienti aridi o tropicali, dove hanno sviluppato foglie spesse, radici carnose e una grande capacità di immagazzinare acqua.

Le specie più robuste

Negli anni ho fatto tante prove, spostando vasi avanti e indietro rispetto ai termosifoni, e queste piante sono quelle che hanno retto meglio ogni esperimento. Per chi vuole approfondire pianta per pianta, Sansevieria, Zamioculcas, e diversi consigli per il Pothos e all’Aspidistra. Sono tutte piante che io stessa uso e consiglio spesso per gli ambienti riscaldati.

Sansevieria

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La Sansevieria è una delle piante che considero più robuste in assoluto. Le sue foglie erette, simili a lame, sono spesse e coriacee: funzionano come veri serbatoi che trattengono acqua e nutrienti per lunghi periodi.

Questo significa che, quando l’aria in casa diventa secca per colpa dei termosifoni, la pianta ha già una buona “riserva interna” che le permette di non disidratarsi subito. Deriva da zone aride dell’Africa e per questo è abituata a sbalzi di temperatura, lunghi periodi senza pioggia e umidità molto bassa.

In un appartamento riscaldato trova quindi un ambiente tutto sommato familiare. Io la considero perfetta da mettere anche abbastanza vicino al termosifone, purché non sia investita dal getto diretto d’aria calda.

Un altro vantaggio della Sansevieria è la sua tolleranza alla siccità: non solo sopporta bene qualche dimenticanza nelle innaffiature, ma spesso vive meglio con un po’ d’“abbondono” che con troppa acqua. Se vuoi conoscere nel dettaglio tutte le cure che richiede, ecco il ciclo vitale della Sansevieria durante l’anno, che aiuta a capire bene i suoi ritmi in ogni stagione.

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Zamioculcas

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La Zamioculcas è un’altra grande alleata contro il caldo dei termosifoni. Le sue radici e i rizomi sono carnosi e rigonfi, progettati per immagazzinare acqua come una spugna. In pratica, quando il terriccio si asciuga velocemente per via del riscaldamento, la pianta attinge alle sue riserve interne e “fa finta di niente” per molto più tempo rispetto ad altre.

In natura vive in zone dell’Africa orientale dove non sempre trova condizioni ideali, e proprio da lì deriva il suo carattere così resistente. Il suo metabolismo è lento, non consuma grandi quantità di acqua e non va in crisi al primo sbalzo di temperatura.

Io la metto spesso in stanze molto vissute, dove i termosifoni restano accesi a lungo: le foglie rimangono lucide e turgide, e se la luce non è sempre perfetta lei si accontenta lo stesso. Qui trovi inoltre come risolvere i problemi di ingiallimento della Zamioculcas, dove si capisce bene quanto sia tenace e cosa la mette davvero in difficoltà.

Pothos

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Il Pothos è una delle piante più tolleranti che coltivo in casa. Anche in inverno, con i termosifoni accesi, continua a emettere nuovi tralci se ha almeno un minimo di luce.

Le sue foglie leggermente cerose trattengono abbastanza umidità da non seccarsi subito e, se l’ambiente non è troppo estremo, il caldo costante non lo spaventa. È abituato a vivere come rampicante o ricadente in ambienti tropicali dove le condizioni possono cambiare, ma il Pothos sa adattarsi: non richiede un’umidità altissima per restare in salute, soprattutto se le innaffiature sono fatte con criterio.

Una cosa che apprezzo molto è la sua capacità di “avvisare” quando ha sete: le foglie si afflosciano leggermente, ma appena irrigo tornano dritte e brillanti. È una pianta che perdona, perfetta per chi non ha grande esperienza ma vuole un verde decorativo che resista al clima secco. Se vuoi renderlo ancora più folto, facendo co avrai un Pothos con foglie giganti e rami lunghi.

Clusia

La Clusia è una pianta dall’aspetto moderno e pulito, ma dietro questa eleganza nasconde una struttura molto robusta. Le sue foglie sono spesse, tondeggianti e carnose: trattengono acqua e riducono la traspirazione, per questo non soffre eccessivamente l’aria secca dei termosifoni. In natura cresce in aree tropicali dove alterna momenti di pioggia intensa a periodi più asciutti. Questa alternanza l’ha “addestrata” a gestire bene le risorse idriche, quindi, in un appartamento riscaldato, non va in crisi al primo sbalzo termico.

Io la posiziono volentieri in salotto, dove il riscaldamento è più forte, e noto che mantiene un verde intenso e lucido per tutto l’inverno, purché non esageri con l’acqua e il vaso abbia un buon drenaggio. Un piccolo trucco è accompagnarla con un sottovaso con argilla espansa e un filo d’acqua, in modo da offrirle un pizzico di umidità in più senza bagnare eccessivamente il terriccio.

Aspidistra

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L’Aspidistra è la regina delle piante “indistruttibili” e una pianta facile anche per il pollice nero. Non viene chiamata a caso “pianta di ferro”: sopporta ombra, dimenticanze, sbalzi di temperatura e, sì, anche il calore dei termosifoni. Le sue foglie grandi e coriacee non si seccano facilmente ai bordi, perché la pianta ha un consumo d’acqua molto contenuto e un ritmo di crescita lento ma costante.

Io la uso spesso proprio nelle stanze più complicate: corridoi, ingressi, zone dove il riscaldamento è forte e la luce non è sempre generosa. Lei se ne sta lì, tranquilla, a fare il suo dovere senza chiedere quasi nulla.

Come il riscaldamento influisce sulle piante

Il riscaldamento domestico invernale ha due effetti principali sulle piante: alza la temperatura e abbassa drasticamente l’umidità. Le foglie più sottili tendono a disidratarsi, i bordi possono bruciarsi e il terriccio si asciuga molto più velocemente rispetto alle altre stagioni. Questo non significa che non si possano tenere piante in casa, anzi: basta scegliere specie abituate a gestire queste condizioni, come quelle di cui ti ho parlato prima. Io mi sono accorta che la differenza, spesso, la fa la distanza dal termosifone: spostando il vaso anche solo di mezzo metro, la pianta riceve meno calore diretto e si mantiene più stabile.

In più, il riscaldamento rende l’aria più secca e questo favorisce anche l’arrivo di alcuni parassiti che amano gli ambienti caldi e asciutti. Per questo, oltre a scegliere piante robuste, è utile osservare spesso le foglie e intervenire subito se noti macchie, puntini o ragnatele sottili. Sono piccoli gesti che, in inverno, fanno davvero la differenza.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".