Controlla le radici dell’orchidea se con il tempo umido vedi segnali strani di marciume

Ci sono momenti dell’anno in cui la Phalaenopsis sembra stabile, perfettamente a suo agio nel suo vaso trasparente, e poi all’improvviso – quasi sempre tra ottobre e novembre – qualcosa si inceppa.

Le radici iniziano a scurirsi, diventano molli, perdono turgore, come se la pianta avesse improvvisamente rallentato la sua capacità di gestire acqua e ossigeno.

È proprio in autunno che molti si accorgono del problema, e non è una coincidenza: questo è il periodo in cui luce, temperatura e umidità cambiano abbastanza da mettere in difficoltà le radici della Phalaenopsis, che sono molto più sensibili di quanto sembri.

Perché le radici marciscono in autunno

In questo periodo il primo elemento che cambia è la luce. Le giornate si accorciano drasticamente e la pianta non asciuga più l’acqua allo stesso ritmo. Anche se stai dando la stessa quantità di acqua di sempre, la Phalaenopsis ne consuma meno. Nel suo bark rimane più umidità residua e le radici, che hanno bisogno di aria quanto di acqua, iniziano a soffocare. A questo si aggiunge l’abbassamento delle temperature domestiche, che rallenta ulteriormente il metabolismo e prolunga l’umidità interna del substrato.

Il risultato è un ambiente che favorisce i funghi e le muffe responsabili del marciume radicale. Non è un colpo improvviso: è un lento accumulo di condizioni sfavorevoli che fa cedere le radici una dopo l’altra.

Come capire se una radice sta marcendo

Da giardiniere esperto ti dico che lo stato delle radici è molto più rivelatore delle foglie. Prima di tutto bisogna guardarle attraverso il vaso trasparente, ma soprattutto analizzarle fuori dal vaso.

Una radice sana è soda, tesa, ricoperta da un velo di tessuto spugnoso chiamato velamen. Il colore varia dal verde brillante (quando è idratata) al grigio-argenteo (quando è asciutta).

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Quando invece è in marciume, la radice diventa marrone scuro, violacea, molle al tatto. Se la stringi leggermente, rilascia una polpa viscida: è il velamen che si sta decomponendo. Sotto, spesso rimane solo un filamento centrale, sottile come un filo di rame: è il cilindro centrale, segno che il resto è ormai perso.

Quando il bark odora di umido stagnante e le radici aderiscono come colla al vaso, è quasi certo che ci sia marciume in corso.

Quando intervenire e come

La prima cosa da sapere è che non si salva ciò che è già marcio, ma si salva ciò che è ancora integro. E allora il modo più sicuro per intervenire è procedere con un’operazione semplice ma precisa, che segue alcuni passaggi obbligati.

Si inizia estraendo con delicatezza la pianta dal vaso, lasciando cadere il bark ormai deteriorato. Le radici vanno sciacquate sotto acqua tiepida (io non uso mai l’acqua ossigenata), in modo da eliminare residui e poter vedere meglio cosa è recuperabile. A questo punto si osservano una a una, valutando consistenza e colore. Quelle molli, scure o cave vanno eliminate. Per farlo serve una forbice affilata, disinfettata prima con alcool. Il taglio dev’essere netto, senza schiacciare il tessuto sano.

Dopo la potatura delle radici compromesse arriva il momento più delicato: lasciare asciugare tutto. La Phalaenopsis, senza bark e con alcune radici accorciate, ha bisogno di qualche ora – anche una notte intera – per chiudere le ferite. È un tempo necessario per prevenire l’ingresso di ulteriori funghi.

Solo dopo questa pausa si prepara un nuovo substrato. È fondamentale che sia composto da bark grosso, ben arieggiato, magari con qualche pezzo di carbone vegetale che limita la proliferazione di muffe. Il rinvaso si fa con calma, senza pressare troppo il materiale: l’aria deve circolare intorno alle radici.

Come evitare che il problema ritorni

La parte più importante arriva dopo. Una Phalaenopsis appena rinvasata non va bagnata subito. Deve avere modo di riadattare il suo equilibrio interno. La prima irrigazione si fa dopo circa una settimana, con poca acqua e solo quando il bark è davvero asciutto. In autunno questo tempo può allungarsi: è il ritmo naturale della pianta, non bisogna forzarlo.

Anche la posizione gioca un ruolo decisivo. Una stanza luminosa, senza correnti fredde, con un’umidità moderata è il luogo ideale per aiutare la Phalaenopsis a far ripartire le radici sane che le rimangono. Spesso, quando si esegue il salvataggio al momento giusto, la pianta risponde con nuove punte verdi sulle radici superstiti: è il segnale che sta ripartendo.


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Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".