Per avere ortensie nei toni del blu segui le regole per dare l’azzurrante

Avere delle ortensie blu intense e vellutate non è frutto del caso, ma il risultato di una cura attenta e soprattutto di un piccolo segreto che molti giardinieri conoscono: l’uso dell’azzurrante.

Questa sostanza, disponibile sia in commercio che in forma di rimedio naturale, consente alla pianta di modificare il colore dei fiori, virando dal rosa al blu, o dal lilla a sfumature più fredde. Ma come si fa, esattamente, a ottenere questo effetto? Tutto comincia dal terreno.

Il colore dei fiori dipende dal pH del terreno

Le ortensie sono piante straordinarie anche per questo: il colore dei loro fiori non è sempre uguale, ma può cambiare in base a quanto è acido o basico il terreno in cui crescono. Se il terreno è alcalino, i fiori tenderanno al rosa; se invece è acido, tenderanno al blu. Quindi il segreto sta proprio qui: modificare il pH per renderlo più acido.

Questa trasformazione però non è immediata, e soprattutto non è permanente: serve costanza, delicatezza e un po’ di esperienza per non compromettere la salute della pianta.

Preparare un azzurrante naturale fai da te

Se vuoi provare un metodo più ecologico ed economico per rendere blu le tue ortensie, puoi preparare un azzurrante naturale direttamente a casa. I materiali sono semplici, e con un po’ di costanza potrai ottenere ottimi risultati anche senza prodotti chimici. L’obiettivo è abbassare il pH del terreno, rendendolo più acido, così da favorire l’assorbimento dell’alluminio già presente nel substrato e ottenere la virata verso il blu.

Fondi di caffè: come e quando usarli

Uno dei rimedi più semplici da utilizzare è quello dei fondi di caffè. Dopo aver preparato il caffè, lascia asciugare i fondi all’aria per un paio di giorni, stendendoli su un foglio di carta assorbente. Quando sono ben secchi, puoi sbriciolarli con le dita e spargerli uniformemente intorno alla base dell’ortensia, evitando di accumularli troppo vicino al fusto.

Un sottile strato di circa mezzo centimetro è più che sufficiente. Puoi ripetere questa operazione ogni due settimane. I fondi, oltre ad abbassare il pH, arricchiscono il terreno con azoto, elemento importante per la salute della pianta.

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Aceto di vino o di mele

Un altro metodo efficace ma da usare con estrema attenzione è l’aceto, che va sempre diluito. Mescola un cucchiaio di aceto bianco o di mele in un litro d’acqua e utilizza questa soluzione per innaffiare la pianta una volta ogni 15 giorni.

È importante non esagerare né aumentare la frequenza, perché un’eccessiva acidità può danneggiare le radici. L’aceto è un potente acidificante, ma va trattato come un integratore, non come una soluzione abituale.

Aghi di pino e pacciamatura acida

Un altro trucco interessante è quello di utilizzare aghi di pino, facilmente reperibili se hai vicino a casa qualche conifera. Raccogli gli aghi caduti, lasciali asciugare e poi disponili come pacciamatura attorno alla pianta, creando uno strato di 2–3 cm.

Questo metodo ha un doppio vantaggio: mantiene il terreno fresco e umido e, decomponendosi, abbassa naturalmente il pH del suolo. Gli aghi impiegano un po’ più di tempo a fare effetto, ma sono un rimedio stabile e duraturo nel tempo.

Quando fare il trattamento

Il momento migliore per intervenire è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando la pianta comincia a risvegliarsi e si prepara alla nuova fioritura. Agire in questo periodo significa dare alla pianta il tempo di assorbire i nutrienti e modificare il colore dei fiori in formazione.

È utile anche controllare il tipo di acqua utilizzata per l’innaffiatura. Se vivi in una zona con acqua particolarmente calcarea, può essere utile usare acqua piovana o demineralizzata, perché l’eccesso di calcare contrasta l’effetto dell’azzurrante.


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Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".