Ad ogni pianta la sua casa ed il suo terriccio! Se ti stai chiedendo cosa vuol dire questa frase è presto detto: il terriccio non è tutto uguale e le miscele di varie componenti vanno a dare alla terra consistenza e composizione chimica diverse, specifiche per ogni pianta.
Ogni pianta del nostro balcone o del nostro giardino, sia se coltivata in vaso che in piena terra, ha delle richieste specifiche per quanto riguarda il terriccio; alcune hanno semplici preferenze ma si adattano bene a qualsiasi tipi di terriccio, atre invece hanno specifiche pretese.
Sta a noi dare il tipo di terriccio ideale per quella pianta se vogliamo vederla crescere senza problemi.
Vediamo insieme i tipi di terriccio che possiamo incontrare e dover dare alle nostre piante ed in che modo riconoscerne le differenze.
COSA SCOPRIRAI
Da cosa è composto il terriccio?
Ogni miscela è composta da due elementi differenti: il primo elemento riguarda la parte organica cioè quella composta da sostanze nutritive e minerali; il secondo elemento riguarda la parte inorganica che compone la struttura del terriccio e quindi è responsabile della compattezza, del drenaggio e della permeabilità.
Questi due fattori insieme ci dicono il grado di fertilità di un terriccio e il potenziale che può avere per una pianta piuttosto che un’altra.
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In che modo classificare il terriccio?
È possibile classificare il terriccio seguendo tre specifici parametri: la composizione chimica, la compattezza e la tipologia di materiali.
Composizione chimica
Quando parliamo di composizione chimica ci riferiamo al pH, cioè caratteristiche che hanno una grande influenza sulla vita delle piante, modificando la capacità di assorbire nutrienti dal suolo.
Su una scala di riferimento che va da 0 a 14, parliamo di un pH acido se il valore va da 0 a 5, di un Ph neutro se il valore va da 6 a 7 e di un pH basico o alcalino se il valore va da 8 a 14.
Conoscere il tipo di pH richiesto dalla pianta che andremo ad impiantare in quel terriccio è fondamentale per vederla prospera, in salute, crescita e in fiore nel periodo giusto.
La compattezza
Il grado di compattezza dipende dal tipo di materiali di cui è composto il terriccio. Quando parliamo di compattezza ci riferiamo alla capacità del terriccio di essere soffice, medio o pesante.
Il grado di compattezza ci aiuta a capire se le radici possono diramarsi ed espandersi con facilità, se hanno la possibilità di essere arieggiate ed ossigenate e se possono incorrere in asfissia radicale.
Tipologia di materiali
In base ai materiali di cui la miscela è composta è possibile suddividere il terriccio in 4 tipi di miscele.
Terriccio argilloso
È composto da materiali che lo rendono particolarmente umido e ricco di sostanze organiche.
La sua struttura è compatta e quindi non è ben drenante. È particolarmente adatto per una coltivazione tenuta in serra.
Potrai riconoscerlo dal fatto che se prendi una porzione tra le mani riuscirai a dargli la forma che desideri, imitando appunto l’argilla che mantiene la forma data.
Terriccio ghiaioso
Tutti i terricci possono essere ghiaiosi se si aggiunge della ghiaia alla miscela. Se la quantità di ghiaia è superiore del 40% è di sicuro un terriccio ghiaioso.
Non ha la capacità di trattenere l’umidità ed è un tipo di miscela altamente drenante, ideale per tipi di piante come quelle grasse o le cactacee.
La presenza della ghiaia, inoltre, lo rende particolarmente isolante proteggendo l’apparato radicale dalle escursioni termiche.
Terriccio limoso
Le caratteristiche di questo tipo di miscela sono simili a quelle del terriccio argilloso.
Dunque, grande capacità di ritenzione idrica.
La differenza sta nel fatto che i materiali grossolani sono in una dimensione intermedia tra l’argilla e la sabbia. Infatti, ha una proprietà maggiormente drenante rispetto all’argilla e può asciugarsi più in fretta.
Terriccio sabbioso
È la miscela che è più leggera e meno compatta con un materiale grossolano che ha dimensioni più fini di quello ghiaioso.
Non trattiene umidità ed è decisamente meno compatto.
Ha solitamente un pH acido e questo lo rende perfetto per le piante cosiddetta acidofile. La sua capacità drenante lo rende ideale per le piante che temono i ristagni e le infezioni fungine.
Potrai riconoscerlo dalla consistenza granulosa anche al tatto, proprio come se fosse sabbia.
Va sempre trattato con pacciamatura visto che secca molto facilmente, così da evitare eccessivi sbalzi termici per le radici.