La dracaena (marginata, fragrans, deremensis e affini) è una tropicale a crescita lenta, con un apparato radicale compatto e un fusto che teme i ristagni nel colletto.
In pratica accumula acqua nei tessuti e consuma lentamente: se la tratti come un geranio, la metti in crisi. L’acqua deve arrivare in profondità ma senza eccessi, con tempi di asciugatura chiari tra una bagnatura e l’altra.
Questo è il punto di partenza per avere foglie tese, lucide e senza punte bruciate.
L’idea è semplice: bagnare a fondo tutto il pane di terra, poi lasciare asciugare parzialmente prima di ripetere. Niente sorsi quotidiani, niente terriccio sempre umido. Una bagnatura ben fatta vale più di tre superficiali.
Appoggia un dito nel terriccio a 4–5 cm: se è fresco/umido, aspetta; se è asciutto, procedi. Solleva il vaso e memorizza il peso da asciutto: con due settimane di pratica diventa il tuo indicatore più affidabile. Osserva il colore del substrato: quando vira dal marrone scuro al marrone chiaro/grigiastro è pronto a ricevere acqua. Se il vaso è grande, controlla in due punti opposti.
La dracaena è sensibile a calcare e fluoruri: con l’acqua dura compaiono punte brune e bordi secchi. Usa acqua piovana, demineralizzata o di rubinetto lasciata riposare 24 ore. Temperatura ambiente, mai fredda. Se vivi in zona molto calcarea, alterna con una bagnatura di risciacquo a basso TDS ogni 3–4 settimane.
Posiziona il vaso su un sottovaso capiente. Versa lentamente l’acqua a giro, bagnando tutta la superficie e non solo accanto al tronco. Fermati 2–3 minuti per permettere al terriccio di assorbire, poi ripeti. L’obiettivo è vedere un filo di scolo costante: significa che tutta la zolla è stata raggiunta. Dopo 10 minuti svuota il sottovaso: l’acqua in eccesso è il primo nemico del colletto.
Come riferimento pratico, punta a un volume pari al 10–20% della capacità del vaso, finché ottieni un leggero drenaggio.
Per capirci: un vaso da 18 cm (circa 3–4 litri di substrato) richiede 300–500 ml; un vaso da 24 cm può richiedere 900–1200 ml. Non fissarti sul numero: fermati quando vedi il drenaggio “pulito” e regolare.
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In luce buona e 20–24 °C, una dracaena in vaso medio chiede acqua ogni 10–14 giorni. In inverno o con luce bassa, gli intervalli si allungano a 2–4 settimane. Dopo un rinvaso fresco, spesso bevono meno per qualche settimana: riduci di conseguenza. Ricorda la regola d’oro: frequenza la decide l’asciugatura, non il calendario.
Succede quando si è seccato troppo: l’acqua scorre ai bordi e non penetra. Risolvi con una reidratazione per immersione: immergi il vaso fino a metà altezza in una bacinella per 10–15 minuti, finché non vedi bollicine cessare; scola bene e riprendi la routine.
Foglie con punte brune e margini secchi possono indicare acqua dura o aria troppo secca: cambia fonte d’acqua e aggiungi un sottovaso con argilla espansa e acqua (il vaso non deve toccarla). Foglie molli alla base o fusto spugnoso parlano di eccesso d’acqua: sospendi, controlla le radici e, se serve, rinvasa togliendo il terriccio fradicio. Foglie che si arricciano e lamina opaca segnalano sete prolungata: fai una bagnatura profonda, poi riprendi ritmo regolare.
La metà del lavoro la fa il terriccio. Un mix arioso con fibra di cocco/torba leggera, perlite e una manciata di corteccia fine drena bene ma trattiene l’umidità utile. Il vaso deve avere fori generosi; la terracotta aiuta se tendi a bagnare troppo.
Ogni 8–10 settimane esegui un lavaggio dei sali: bagnatura lenta con un volume d’acqua pari a 2–3 volte il volume del vaso, lasciando drenare completamente. Fallo solo se il substrato drena bene. Somministra il concime solo su terriccio già umido per evitare bruciature: a dose bassa e a distanza, la dracaena ringrazia.
Le marginata tollerano intervalli più lunghi e aria più secca; le fragrans (tronchetto della felicità) vogliono un filo più di umidità nel pane e soffrono di più i ristagni al colletto. In entrambi i casi evita che l’acqua ristagni tra le guaine fogliari: asciuga se noti accumuli dopo la bagnatura.