Gli Errori nella cura della Felce di Boston che nessuno dice

La Felce di Boston è spesso considerata una pianta facile da coltivare, ma in realtà nasconde un carattere delicato e un po’ esigente.

La sua chioma vaporosa e di un verde intenso la rendono irresistibile in qualsiasi angolo di casa, ma basta un piccolo errore per vederla appassire, ingiallire o perdere vigore senza che nessuno se ne accorga.

Scopriamo allora quali sono quei comportamenti comuni che più che aiutare la pianta finiscono per danneggiarla.

Vaporizzare troppo spesso

Molti credono che spruzzare acqua sulle foglie ogni giorno sia il segreto per far crescere una felce felice, ma in realtà questa pratica può trasformare la pianta in un terreno fertile per funghi e muffe.

La Felce di Boston ama l’umidità, ma preferisce un ambiente umido e costante piuttosto che fronde bagnate continuamente.

Una soluzione più intelligente è creare un microclima attorno alla pianta con un vassoio di argilla espansa pieno d’acqua o raggruppando più piante insieme per aumentare naturalmente l’umidità. Vaporizzare va bene, ma con moderazione e solo quando l’aria è secca.

Rinvasare ogni anno

Un errore molto diffuso è pensare che la felce debba essere rinvasata ogni primavera per crescere meglio. In realtà, le sue radici sono molto delicate e qualsiasi spostamento può causare stress radicale, rallentando la crescita e facendo cadere le fronde.

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La Felce di Boston si sente più sicura in un vaso stabile, anche se un po’ stretto. Conviene rinvasare solo quando il vaso è visibilmente piccolo o il terriccio è completamente esaurito.

Se lo fai, meglio scegliere un vaso appena più grande e usare un substrato leggero e arioso, che unisca torba, fibra di cocco e perlite per garantire il giusto equilibrio tra acqua e ossigeno.

Tenerla vicino ai termosifoni

Molti posizionano la felce vicino ai termosifoni o in ambienti dove il riscaldamento crea correnti d’aria calda e secca, pensando di darle calore.

Il risultato è sempre lo stesso: foglie secche e accartocciate. La Felce di Boston non sopporta sbalzi di temperatura né aria secca diretta.

La posizione ideale è luminosa ma lontana da fonti di calore e correnti, con una temperatura stabile tra i 18 e i 22 °C.

Luce: troppa o troppo poca

La luce è uno dei fattori più sottovalutati nella cura della felce. La luce diretta può bruciare le fronde, mentre l’ombra totale le fa diventare lunghe, sottili e fragili.

La Felce di Boston predilige la luce filtrata, come quella che attraversa una tenda leggera o rimbalza su una parete chiara.

Se le fronde iniziano ad allungarsi troppo e perdono compattezza, è un segnale che la pianta ha bisogno di più luce, anche solo spostandola di qualche decina di centimetri.

Continui spostamenti

Tra tutti gli errori possibili, il più insidioso è la mancanza di costanza. La Felce di Boston ama la stabilità: cambi frequenti di posizione, di annaffiatura o di umidità la destabilizzano rapidamente.

È una pianta abitudinaria, che reagisce con foglie gialle o cadute se viene continuamente spostata o esposta a condizioni variabili. Una routine coerente è spesso più efficace di cure eccessive.

Il tipo di acqua

Anche la scelta dell’acqua è fondamentale. La Felce di Boston soffre il calcare, che altera il pH del terreno e ostacola l’assorbimento dei nutrienti.

L’acqua del rubinetto troppo dura può provocare residui bianchi sulle fronde e indebolire la pianta. Meglio usare acqua piovana, distillata o, se si usa quella del rubinetto, lasciarla riposare 24 ore per far evaporare il cloro.


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.