Dopo anni che provavo a coltivare il Pothos in terreno, l’ho passato in acqua. Il risultato è stato sorprendente

La prima volta che ho acquistato un Pothos, la mia scelta è stata fatta a scatola chiusa: non conoscevo le caratteristiche di questa pianta e l’ho comprata solo perché le sue bellissime fronde avevano catturato la mia attenzione in negozio.

Che il pothos sia bellissimo e quasi ipnotico è, infatti, innegabile e subito avevo pensato al bell’effetto che questa pianta potesse fare nel mio salotto, sullo scaffale di una libreria a parete.

Devo dire che questa pianta non ha deluso le mie aspettative ma, inizialmente, ha avuto qualche difficoltà a crescere. Ti racconto come ho fatto, passandola dal terreno all’acqua, a stimolare la sua crescita.

La coltivazione in terreno

Come ho anticipato, quando l’ho acquistato il mio pothos era in un vaso con del terreno.

L’ho portato a casa e, per più di un anno, l’ho tenuto così.

Certo, la pianta non ha presentato grossi problemi. Una volta individuata la giusta posizione, con una luce un po’ soffusa ma abbastanza continuativa, la pianta si è mantenuta abbastanza bene.

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Solo qualche volta ha patito la secchezza dell’aria in quanto, come ho poi imparato, il pothos ama gli ambienti umidi. Per questo, quando in inverno i termosifoni di casa erano accesi, alcune foglie della pianta ingiallivano soprattutto lungo i bordi.

Come ho deciso di passarlo in acqua

La mia decisione di passarlo in acqua è avvenuta perché, dopo più di un anno, le fronde del pothos erano rimaste della stessa lunghezza di quando l’ho acquistato.

La cosa mi puzzava un po’ poiché tutti mi dicevano che, soprattutto nei mesi caldi, la crescita del pothos può essere prodigiosa.

Così, nel fare qualche ricerca online, ho scoperto che il pothos può essere coltivato, oltre che in terreno, anche in acqua (in questo caso si parla di idrocoltura). Anzi, questo tipo di coltivazione mi sembrava addirittura più semplice.

Come l’ho passato in acqua

Ho passato la pianta dal terreno all’acqua nel mese di aprile poiché avevo letto che le temperature un po’ più alte possono agevolare l’adattamento della pianta a un nuovo ambiente.

Già, perché passare il pothos dal terreno all’acqua ha anche dei rischi: è come se esponessimo, tutto a un tratto, la pianta a un ambiente completamente diverso e, quindi, possiamo causarle uno shock.

Nel mio caso, dopo aver estratto la pianta dal terreno, ho pulito molto delicatamente le sottilissime radici dai residui di terriccio e l’ho messa in un vaso pieno d’acqua a temperatura ambiente.

La cura principale che richiede la coltivazione in acqua è quella di cambiare l’acqua ogni tot di tempo, di solito ogni paio di settimane. Un’operazione che può essere un po’ noiosa ma che vi evita l’innaffiamento più frequente dei mesi estivi e vi risolve il problema dell’umidità.

I risultati ottenuti

Come dicevo, ho passato il pothos in acqua ad aprile. Inizialmente non ci sono stati grandi cambiamenti: le fronde sono rimaste più o meno della stessa lunghezza e iniziavo a pensare che il passaggio fosse stato di fatto inutile.

I primi cambiamenti sono iniziati a giugno, anche con un aumento più significativo delle temperature: le fronde hanno iniziato ad allungarsi, generando nuove foglie. Inoltre, anche le foglie verdi apparivano subito più verdi e sane.

Il risultato ottimale si è avuto in piena estate, tra luglio e agosto, quando l’aumento della chioma del pothos è diventato davvero evidente.

Inoltre, anche negli anni successivi (sempre soprattutto nei mesi caldi) l’aumento della lunghezza delle foglie è stato davvero eccezionale.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".