Questa pianta sembra una medusa e ha dei bellissimi fiori gialli

Se c’è una pianta che sembra uscita da un racconto di fantasia, è sicuramente la Euphorbia Caput-Medusae, meglio conosciuta come pianta medusa.

Il suo nome deriva dalla particolare forma dei suoi rami carnosi, che si estendono in tutte le direzioni come se fossero i tentacoli di una creatura marina leggendaria.

Nonostante il suo aspetto esotico, questa pianta è facile da coltivare, perfetta anche per chi non ha molta esperienza con le piante succulente.

Resistente alla siccità e poco esigente, può diventare una vera protagonista in giardino o in vaso, regalando un tocco di originalità e fascino agli spazi verdi.

Esposizione

La Euphorbia Caput-Medusae ama il sole e il calore, quindi la prima cosa da fare è scegliere una posizione ben illuminata. Se la coltivi all’aperto, il posto ideale è un’area esposta a sud, dove possa ricevere almeno sei ore di luce diretta al giorno.

Se invece la tieni in casa, posizionala vicino a una finestra molto luminosa, preferibilmente con esposizione a sud o ovest. Se l’illuminazione naturale non è sufficiente, potrebbe essere utile integrare con una lampada per piante, soprattutto nei mesi invernali.

Se la pianta non riceve abbastanza luce, tenderà ad allungarsi in modo anomalo, perdendo la sua forma compatta e sviluppando tentacoli sottili e deboli.

Nei mesi più caldi, può essere anche spostata all’aperto, facendo attenzione ad abituarla gradualmente al sole diretto per evitare scottature sulle parti più delicate.

Terreno ideale

Essendo una succulenta, la pianta medusa ha bisogno di un substrato molto drenante, che eviti i ristagni d’acqua. Se piantata in piena terra, il terreno deve essere sabbioso e ben arieggiato, per riprodurre le condizioni del suo habitat naturale.

Se invece la coltivi in vaso, la soluzione migliore è usare un mix specifico per piante grasse e cactus, arricchito con sabbia e perlite per migliorare il drenaggio.

Il vaso deve avere fori di drenaggio sul fondo, perché l’accumulo di acqua attorno alle radici è uno dei principali rischi per la salute della pianta. Un vaso di terracotta è preferibile rispetto alla plastica, perché permette al terreno di asciugarsi più velocemente.

Innaffiatura

Uno degli errori più comuni nella coltivazione della Euphorbia Caput-Medusae è dare troppa acqua. Questa pianta è abituata a climi aridi e sopporta bene periodi di siccità, quindi è meglio bagnarla poco piuttosto che troppo.

Nei mesi più caldi, quando la pianta è in piena crescita, l’ideale è innaffiarla solo quando il terreno è completamente asciutto. Un buon metodo per capire se ha bisogno di acqua è toccare il substrato con un dito: se senti ancora umidità, meglio aspettare qualche giorno prima di bagnarla di nuovo.

Durante l’autunno e l’inverno, l’innaffiatura va ridotta drasticamente, perché la pianta entra in una fase di riposo vegetativo e assorbe pochissima acqua. Se il terreno rimane troppo umido in questo periodo, le radici rischiano di marcire, compromettendo la salute dell’intera pianta.

Un altro consiglio importante è evitare di bagnare direttamente il corpo della pianta, perché l’acqua stagnante tra i tentacoli può favorire muffe e marciumi.

Quando fiorisce?

La Euphorbia Caput-Medusae, oltre alla sua forma incredibile, può anche fiorire, ma solo se le condizioni sono perfette. I suoi fiori sono piccoli e poco appariscenti, di colore bianco-verde, e compaiono all’estremità dei rami durante la stagione calda.

Per favorire la fioritura, la pianta deve essere adulta e ben sviluppata, esposta a molta luce e nutrita con un concime leggero, specifico per piante grasse, ricco di fosforo e potassio.

Se coltivata all’aperto in un clima caldo e secco, le probabilità di vedere i suoi fiori aumentano notevolmente. In vaso e in casa, invece, la fioritura può essere più rara, ma con il giusto equilibrio di luce e nutrienti è comunque possibile.

Attenzione al lattice

Come molte altre piante della famiglia delle Euphorbiaceae, anche la Euphorbia Caput-Medusae contiene un lattice bianco e appiccicoso, che fuoriesce quando i rami vengono spezzati o potati.

Questo lattice è tossico e irritante per la pelle e gli occhi, quindi è sempre meglio maneggiare la pianta con cautela e indossare i guanti se devi potarla o trapiantarla.

Se accidentalmente il lattice entra in contatto con la pelle, basta lavare subito con acqua e sapone per evitare irritazioni.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Gianluca Grimaldi
Gianluca Grimaldi
Da sempre sono appassionato di fiori e piante, di giardinaggio e di tutto quello che è "verde". Credo che la parola "ecologia" sia sinonimo della parola "futuro".