Di che tipo di concime ha bisogno la Mimosa?

Se il periodo di fioritura per ogni pianta è quello in cui vi è il massimo dispendio di energie, questo senz’altro vale anche per la mimosa.

Come tale, la fioritura necessita di una buona percentuale di nutrienti che spesso mancano nel terriccio e che siamo noi a dover introdurre per incentivare la fioritura.

Vediamo insieme in che modo concimare correttamente la mimosa.

Quando concimare

Il periodo di concimazione cade tra fine febbraio e inizio marzo, quindi anche prima che cominci la primavera.

In questo caso favorirai la ripresa della mimosa e le consentirai di avere tutto quando le serve per la fase vegetativa.

Puoi utilizzare un fertilizzante a lenta cessione

Il primo e importante vantaggio di un fertilizzante granulare è quello di essere un nutrimento completo, anche se chimico.

Hanno la capacità di fornire alla pianta microelementi utili a sopperire una mancanza di minerali nel terriccio, necessari alla crescita delle piante.

Definiti come concimi a rilascio graduale, i granelli si sciolgono molto lentamente nel terriccio e questo garantisce la buona riuscita del processo di fertilizzazione, a differenza dei concimi liquidi ad esempio che hanno un azione istantanea e che spesso possono risultare eccessivamente aggressivi e bruciare le radici.

Per le mimose in vaso, solitamente è sufficiente una manciata da distribuire lontano dal corpo centrale della pianta, meglio se lungo i bordi del vaso. In questo modo ti assicuri di non bruciare le radici anche se la cessione dei nutrienti è piuttosto lenta.

Per le mimose coltivate in piena terra vale lo stesso principio: una manciata nei pressi della pianta distribuita lontano dalle radici e dal corpo centrale.

Il concime granulare va somministrato proprio a inizio stagione primaverile, anche sul finire dell’inverno.

In questo caso sciogliendosi gradualmente avrà modo di nutrire le piante per le settimane a venire, quando le piante hanno bisogno di energia per la ripresa vegetativa e la produzione di nuovi germogli.

È per questo che un’unica somministrazione può essere più che sufficiente.

Puoi utilizzare un fertilizzante a rilascio immediato

In questo caso facciamo riferimento ad un fertilizzante liquido, come gli NPK.

Le lettere utilizzare per indicare i tre elementi essenziali riguardano le diciture chimiche con cui l’azoto, il fosforo e il potassio sono indicati sulla tavola periodica degli elementi; N per azoto, P per fosforo, k per potassio.

Il formato più comune è quello liquido a rapido assorbimento, da diluire nell’acqua di irrigazione.

Un fertilizzante con titolo NPK 20-20-20 o 10-10-10 forse quello più comune. Ideale per ogni tipologia di pianta ed anche per la mimosa perché viene definito equilibrato, cioè, ha lo stesso apporto dei tre elementi.

Un NPK 15-9-15 è un fertilizzante che contiene una percentuale di fosforo ridotta rispetto ad azoto e potassio e particolarmente indicato per le mimose più giovani e ad inizio risveglio.

Un NPK 30-10-10 ha una percentuale maggiore di azoto, particolarmente adatto per la nuova produzione, quando la mimosa si appresta a produrre nuove foglie.

Un NPK 10-20-30 è un formulato ad elevato tenore di potassio e magnesio in abbinamento ad una adeguata quota di fosforo. In questo caso è consigliabile l’impiego in fase di finitura in quanto favorisce un’equilibrata maturazione senza provocare, tuttavia, arresti vegetativi.


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Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.