I problemi che possono affliggere la Corona di Cristo che molti credono indistruttibile

L’Euphorbia milii, comunemente nota come Corona di Cristo, è una pianta succulenta famosa per la sua incredibile resistenza e la lunga fioritura, che può durare per gran parte dell’anno.

Per questi motivi, viene spesso considerata una pianta “indistruttibile”. Tuttavia, questa definizione è un po’ fuorviante: sebbene sia davvero molto tollerante nei confronti della siccità e delle condizioni difficili, non è immune da problemi, soprattutto se coltivata in ambienti che non rispettano le sue esigenze naturali.

Vediamo insieme le principali problematiche che possono affliggere questa pianta e comprometterne bellezza e vitalità.

Marciume radicale

Il nemico più pericoloso per la Corona di Cristo è l’eccesso d’acqua, che può causare marciume radicale, un problema spesso sottovalutato.

A differenza di altre piante che gradiscono un’irrigazione regolare, la Euphorbia milii è una succulenta e, come tale, ha bisogno che il terreno si asciughi completamente tra un’annaffiatura e l’altra.

Quando il terriccio rimane costantemente umido o compatto, si riduce l’ossigenazione delle radici, creando un ambiente favorevole allo sviluppo di funghi e batteri patogeni.

Le radici iniziano a marcire, diventano molli, scure e maleodoranti. I sintomi esterni compaiono spesso solo quando il danno è già avanzato: foglie flosce, decolorate, crescita rallentata e, nei casi estremi, collasso della pianta.

Sono sempre felice di aiutarti ad avere finalmente il "Pollice Verde". Se vuoi ricevere i miei consigli posso inviarteli ogni giorno direttamente su WHATSAPP! Contattami qui e salva il mio numero in rubrica! Ti aspetto!

È fondamentale utilizzare vasi con fori di drenaggio e un substrato specifico per piante grasse o cactacee, ben aerato e sabbioso.

Inoltre, in inverno le annaffiature devono essere drasticamente ridotte, perché con temperature più basse la pianta entra in una sorta di riposo vegetativo e assorbe meno acqua.

I parassiti

La Corona di Cristo è soggetta all’attacco di vari parassiti, tra cui le cocciniglie, gli afidi e il ragnetto rosso.

Le cocciniglie, visibili come piccoli fiocchi bianchi o protuberanze marroni, si insediano soprattutto alla base delle foglie e nei nodi, dove succhiano la linfa e rilasciano melata, una sostanza zuccherina che può favorire la comparsa della fumaggine, un fungo nero che ostacola la fotosintesi.

Gli afidi, invece, attaccano i giovani germogli e deformano foglie e boccioli, mentre il ragnetto rosso, tipico degli ambienti caldi e secchi, provoca puntinature chiare sulle foglie che poi cadono precocemente.

Problemi di esposizione

Molti coltivatori alle prime armi posizionano la Corona di Cristo in luoghi poco luminosi, credendo che la sua rusticità la renda adattabile ovunque.

In realtà, questa pianta necessita di molta luce solare diretta, almeno per alcune ore al giorno.

In assenza di luce adeguata gli steli si allungano e si indeboliscono, la fioritura assente o scarsa, le foglie che si distanziano tra loro e un generale impoverimento della pianta.

Sbalzi termici dannosi

Anche se sembra resistente a tutto, la Corona di Cristo è molto sensibile alle temperature basse. Provenendo da un clima tropicale, non tollera il freddo intenso né le gelate. Temperature inferiori ai 10°C possono causare sofferenza radicale, perdita di foglie e, in caso di prolungata esposizione, la morte della pianta.

È importante evitare anche i bruschi sbalzi termici, che possono causare stress fisiologico e indebolire la pianta, rendendola più vulnerabile ad attacchi fungini e parassitari.

Il terriccio spesso è impoverito

Molti pensano che la Corona di Cristo viva bene in qualsiasi terra, ma questo è un errore comune.

Il substrato ideale deve essere drenante, arioso e leggero. Un terreno troppo compatto o argilloso trattiene troppa acqua e soffoca le radici. Anche un terriccio troppo vecchio, impoverito o degradato, può ridurre l’assorbimento dei nutrienti essenziali.

La carenza di fosforo e potassio, ad esempio, può ridurre o bloccare la formazione dei fiori, mentre un eccesso di azoto può causare sviluppo eccessivo di fogliame a scapito della fioritura.

L’ideale è concimare ogni 3-4 settimane in primavera e in estate con un fertilizzante equilibrato per piante da fiore o piante grasse, diluito per non creare accumuli di sali nel terreno.


Photo Credits:

Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.