Come coltivare il Cataranto dal fiore che non teme il sole cocente

Il cataranto, conosciuto anche come Vinca o Vinca del Madagascar, è una pianta che sorprende per la sua tenacia e bellezza. In un periodo in cui molte piante soffrono il caldo estremo, lui continua a fiorire rigoglioso, decorando giardini e balconi con i suoi colori vivaci.

Non teme il sole cocente, sopporta bene la siccità e richiede poche attenzioni, diventando così un alleato prezioso per chi desidera un angolo verde anche nei mesi più caldi.

Dietro alla sua apparente semplicità, il cataranto nasconde una grande adattabilità e una sorprendente generosità nella fioritura. Coltivarlo è facile, ma per ottenere il meglio da questa pianta è importante conoscerne a fondo esigenze e caratteristiche. Vediamole insieme.

Caratteristiche

Il cataranto è una pianta erbacea dal portamento cespuglioso, con steli sottili e flessibili che possono raggiungere un’altezza variabile tra i 30 e i 60 centimetri.

Le sue foglie sono lucide, di un verde brillante, allungate e leggermente coriacee al tatto.

È una pianta che si adatta bene al clima mediterraneo, ma può essere coltivata con successo anche in vaso o in serre luminose.

Esposizione

Il cataranto ama la luce, e più sole riceve, più la sua fioritura sarà generosa. Va collocato in posizioni ben esposte, dove possa godere della luce diretta per gran parte della giornata.

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È una delle poche piante ornamentali che non solo tollera il sole estivo, ma lo preferisce apertamente, traendo beneficio dal calore e dalla luce intensa.

Anche durante le giornate più afose, non mostra segni evidenti di sofferenza, purché il terreno sia ben drenato e le radici non siano costrette in un ambiente troppo umido. In ambienti dove il sole estivo può diventare eccessivo, può comunque giovarsi di qualche ora d’ombra nelle ore centrali del giorno, ma non è strettamente necessario.

Fioritura

La fioritura è abbondante e prolungata: comincia in primavera e si spinge senza interruzioni fino all’autunno, spesso resistendo finché le temperature non scendono sotto i 10°C.

È proprio questa capacità di fiorire quasi ininterrottamente che rende il cataranto una scelta perfetta per chi desidera una macchia di colore costante nel tempo, senza dover cambiare spesso le piante stagionali.

Coltivazione e cura

Coltivare il cataranto è un’esperienza gratificante anche per chi non ha un grande pollice verde. Può essere seminato in primavera oppure acquistato già sviluppato e trapiantato direttamente in giardino o in vaso.

Non richiede attenzioni particolari, se non qualche accorgimento per garantirne una crescita sana. È fondamentale scegliere un luogo ben soleggiato e un terreno che consenta un buon drenaggio.

Innaffiature

Una delle doti più apprezzate del cataranto è la sua resistenza alla siccità. Questo non significa che si possa dimenticare di bagnarlo, ma che tollera bene brevi periodi senza acqua.

Le irrigazioni vanno fatte solo quando il terreno risulta asciutto in profondità, evitando accuratamente ristagni idrici che potrebbero causare marciumi radicali.

Durante le giornate più calde, può essere necessario bagnarlo ogni due o tre giorni, soprattutto se coltivato in vaso, ma è sempre meglio procedere con moderazione. L’importante è non lasciare l’acqua nei sottovasi e cercare di non bagnare le foglie, per ridurre il rischio di attacchi fungini.

Terreno

Il cataranto cresce bene in un terreno leggero, ben aerato e ricco di sostanza organica, ma soprattutto ben drenato. Non ama i terreni pesanti o argillosi, dove l’acqua fatica a defluire.

In vaso, è utile preparare una miscela composta da terriccio universale alleggerito con sabbia o perlite, così da favorire lo sgrondo dell’acqua e mantenere l’apparato radicale asciutto.

In piena terra, conviene lavorare il suolo in profondità prima della messa a dimora, per eliminare eventuali ristagni. Anche se la pianta si adatta a diversi tipi di suolo, offre il meglio di sé in ambienti dal pH leggermente acido o neutro, ben ossigenati e non troppo compatti.

Concimazione

Per mantenere una fioritura costante e una crescita equilibrata, il cataranto beneficia di una concimazione regolare durante il periodo vegetativo.

A partire dalla primavera, si può somministrare un fertilizzante liquido per piante da fiore, ogni due settimane circa, sciolto nell’acqua di irrigazione. Un buon apporto di fosforo e potassio favorisce la produzione di boccioli, mentre l’azoto deve essere fornito con moderazione, per non incentivare solo lo sviluppo fogliare a scapito dei fiori.

In alternativa, un concime a lenta cessione può essere distribuito a inizio stagione e rinnovato a metà estate, così da garantire un nutrimento costante senza interventi frequenti.

Potatura

Anche se non necessita di vere e proprie potature, il cataranto può essere mantenuto più ordinato e vigoroso con piccoli interventi regolari.

Rimuovere i fiori appassiti e le foglie secche aiuta a prevenire malattie e stimola la formazione di nuovi boccioli. A fine stagione, soprattutto se si decide di tenere la pianta anche per l’anno successivo in climi miti, può essere utile accorciare i rami più lunghi o disordinati, per favorire una ripartenza più compatta in primavera.

Moltiplicazione

Il metodo più semplice per moltiplicare il cataranto è la semina, da effettuare in primavera, quando le temperature iniziano a stabilizzarsi. I semi germinano rapidamente se tenuti al caldo, in un substrato umido ma non bagnato, e le giovani piantine possono essere trapiantate dopo la comparsa delle prime foglie vere.

In alternativa, si può ricorrere alla talea, prelevando in estate porzioni di ramo semi-legnoso, da porre in un terreno leggero finché non sviluppano radici. Questo metodo è utile per mantenere le caratteristiche della pianta madre, soprattutto se si tratta di varietà particolari o ibride che non garantiscono lo stesso risultato con la semina.

Parassiti e malattie

Nonostante la sua resistenza, il cataranto può essere occasionalmente attaccato da alcuni parassiti come afidi, cocciniglie e ragnetto rosso, che si insediano sulle foglie e ne succhiano la linfa, indebolendo la pianta.

Anche le malattie fungine possono colpire, specialmente in condizioni di umidità elevata o irrigazioni eccessive. Per prevenire questi problemi, è utile osservare regolarmente la pianta e intervenire ai primi segnali, utilizzando prodotti naturali come sapone molle o, nei casi più gravi, trattamenti specifici.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.