I Parassiti più Agguerriti dell’Estate e come Combatterli

I mesi caldi non accompagnano solo il risveglio delle nostre amate piante, ma anche di una serie di parassiti che approfittano non solo del tepore estivo, ma anche della grande abbondanza di materia nutritiva del momento.

Alcuni sanno essere molto pericolosi per le piante e possono comportare serie patologie, sia per le nostre piante all’esterno che per quelle all’interno.

Ti descrivo quelli più agguerriti e comuni che fanno poca distinzione in fatto di piante ma che sanno essere davvero difficili da debellare.

Afidi

Gli afidi si rintanano soprattutto alla base dei fiori, sugli steli e le foglie giovani risucchiando la linfa. Anche se piccoli, puoi individuarli dal loro colore verde.

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I fiori attaccati hanno un aspetto deforme, le foglie avvizziscono e ingialliscono velocemente.

Un problema indiretto delle infestazioni di afidi, è causato dagli escrementi di questi parassiti, chiamati melata, che rendono le foglie umide e appiccicose e attirano muffe e funghi.

Dopo aver ispezionato accuratamente la pianta mettila in quarantena poiché questi parassiti non volano e faticano a spostarsi tra una pianta e l’altra se sono lontane.

Puoi cominciare a rimuoverli manualmente ripulendo le foglie e le parti attaccate, e ricorrere a spray fai da te a base di pomodoro o di aglio.

Puoi ricorrere a pesticidi specifici se l’infestazione è diffusa.

Mosca bianca

Piccoli moscerini bianchi che si nutrono della linfa e causano danni collaterali come infezioni e muffe.

Attaccano principalmente foglie e boccioli e hanno una capacità di adattamento unica.

È possibile utilizzare delle trappole gialle cromotropiche alle quali le mosche bianche rimangono attaccate. 

È importante tenere isolate le piante affette da mosca bianca poiché sono insetti volanti.

Nebulizza una soluzione di acqua e piretro o eventualmente olio di Neem sulla pianta e ripeti l’operazione a distanza di 7 giorni per un mese.

Se l’infestazione resiste gli insetticidi sistemici da banco possono risolvere egregiamente il problema.

Cocciniglia

La cocciniglia è il parassita che meglio si adatta alle condizioni di coltivazione ed è anche il parassita più difficile da tenere sotto controllo.

Possono provocare non solo una perdita di vigore generale delle foglie ma caduta dei fiori e dei boccioli e macchie su tutte le foglie. Inoltre, è possibile che attacchi ogni parte della pianta, persino le radici.

Non è raro trovare cocciniglie sul fondo dei vasi, nei sottovasi.

La prima cosa da fare in questi casi è ispezionare accuratamente, rispettare un periodo di quarantena iniziale così da non mettere a rischio le altre piante in casa.

Puoi ricorrere ad un panno imbevuto di alcol per dissolvere letteralmente la cocciniglia sulle foglie.

Puoi nebulizzare acqua e alcol e aiutarti con un cotton fioc nelle varie insenature della pianta, come ad esempio all’attaccatura delle foglie. Olio di Neem o olio bianco, da nebulizzare solo se la pianta non è esposta al sole diretto per evitare di peggiorare la situazione e bruciare e foglie.

Ripeti questo trattamento a distanza di 10-14 giorni fino a quando il problema non è risolto.

Le cocciniglie si insediano anche sulle radici e sul fondo dei vasi, quindi, è opportuno rinvasare la pianta in un nuovo substrato, cogliendo l’occasione per pulire bene le radici.

Come ultima spiaggia, se l’infestazione è estesa potrebbe essere il caso di utilizzare un insetticida sistemico.

Ragno rosso

Il ragnetto rosso quando attacca le foglie dell’orchidea le rende piene di puntini gialli sulla parte superiore. Creano inoltre delle ragnatele sotto le foglie.

Puoi passare un pezzo di carta sotto la foglia per capire se ci sono ragni rossi poiché questi lasceranno delle piccole linee rosse sulla carta.

Per prima cosa potresti sciacquare per bene le foglie e cominciare a nebulizzarle, dopo averle asciugate per bene con prodotti quali olio di Neem o olio bianco per soffocarli. Ripeti l’operazione ogni due settimane.

Ricorri a pesticidi specifici qualora l’infestazione sia troppo avanzata.

Tripidi

Si tratta di insetti alati di soli 2 mm che si nutrono della linfa vitale attaccando soprattutto boccioli, foglie giovani.

In base alla sua crescita, questo parassita si sposta dai boccioli al terriccio per evolversi e ritornare al fogliame che mostra macchie biancastre o giallognole.

Le stesse macchie possiamo ritrovarle sui boccioli ancora chiusi che rinsecchiscono e cadono prima della fioritura. Un danno collaterale dovuto ai tripidi, come da altri parassiti che si nutrono di linfa, è la diffusione di virus e funghi.

Per intervenire esistono in commercio delle trappole cromotropiche, adesivi che attirano i tripidi, ai quali restano appiccicati.

Finché l’infestazione è lieve e circoscritta si può procedere con l’utilizzo di sapone vegetale, olio di Neem da nebulizzare sulle foglie.

Quando sono nel substrato i trattamenti per nebulizzazione non sono efficaci ed è per questo che ogni trattamento va ripetuto una volta a settimana per un mese in modo da lasciare ai tripidi il tempo di diventare adulti e uscire dal suolo.


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Le immagini presenti in questo articolo sono di proprietà di Meraki s.r.l.s.

Giuseppe Iozzi
Giuseppe Iozzi
Nato a Napoli. Psicologo, col pollice verde. Ascolto i pazienti per professione, parlo alle piante per passione.